martedì 1 settembre 2015

Marco Morelli

Marco Morelli
Marco Morelli,
CEO di Bank of America Merrill Lynch Italia
Marco Morelli è il CEO di Bank of America Merrill Lynch Italia, oltre che Vice Chairman di Bank of America Merrill Lynch per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa.

È entrato a far parte di BAML a ottobre 2012.
Precedentemente, da marzo 2010, Morelli era Direttore Generale Vicario e Deputy CEO di Intesa Sanpaolo.
Da giugno 2006 a febbraio 2010 è stato Vice Direttore Generale, responsabile Divisione Corporate Banking e Capital Markets, e CFO di Banca MPS, oltre che Amministratore Delegato di MPS Capital Services Banca per le imprese.

Prima di entrare in MPS, Marco Morelli era AD e Direttore Generale di JP Morgan Italia e membro del Comitato esecutivo della JP Morgan Europa. In precedenza aveva lavorato per UBS, Samuel Montagu e KPMG in diverse località europee.

è stato anche consigliere e Membro del Comitato Esecutivo dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana), Membro del Consiglio di Amministrazione di Fondi Italiani per le Infrastrutture (F2i), Università LUISS di Roma, Banca IMI SpA, Beni Stabili SpA e Clessidra Private Equity Fund.
Morelli è socio fondatore e Vice Presidente del Comitato Esecutivo della Fondazione Onlus Don Gino Rigoldi.

martedì 10 marzo 2015

Rendimento all’1,75%% e tassazione al 12,5%. Cdp emette il suo primo bond retail


L’operazione era già nell’aria e ora le voci sono state confermate. Cassa depositi e prestiti ha lanciato una campagna di sottoscrizione per il suo primo bond destinato ai consumatori. L’obbligazione retail potrà essere sottoscritta da tutti i cittadini italiani che vivono nel Paese.
Secondo il colosso di via Goito, i fondi raccolti serviranno a finanziare un ambizioso piano di investimenti destinato a sostenere la ripresa economica del Paese. Cdp, che da statuto può investire solo in progetti di utilità pubblica, finanzierà il settore delle infrastrutture, quello scolastico e aiuterà le imprese nell’accesso al credito e nell’esportazione.
Nel prospetto informativo ci sono poi due sorprese che faranno felici i risparmiatori. Prima di tutto i tassi di interesse. Visto l’attuale costo del denaro (molto basso, grazie all’azione della Banca centrale europea), Cdp ha optato per un tasso fisso per i primi due anni pari all’1,75% e variabile per i successivi cinque. Questo significa che se l’Euribor a 3 mesi salirà, cosa molto probabile, i sottoscrittori guadagneranno di più.
Grazie al suo fine pubblico inoltre, Cassa depositi e prestiti ha ottenuto dal legislatore uno ‘sconto’. I suoi bond non saranno tassati al 26%, come succede per le altre rendite finanziarie, ma al 12,5%. E risparmiatori brindano.

lunedì 7 luglio 2014

Banche, la redditività dopo gli aumenti

Con la chiusura di Carige e della Popolare di Sondrio di venerdì la stagione degli aumenti di capitale delle banche italiane volge ormai (quasi) al termine: in quattro mesi gli istituti di credito del nostro paese hanno raccolto ben 9,5 miliardi di euro, e una volta che anche la Banca popolare dell'Emilia Romagna e Veneto Banca saranno arrivate in porto la soglia dei 10 miliardi di euro sarà abbondantemente superata.
Senza dubbio è stato ed è un successo agevolato da un mercato finanziario stracolmo di liquidità e da una situazione che vede gli istituti di credito italiani sottovalutati rispetto a molti altri concorrenti europei, e quindi a sconto: non a caso, a comprare sono stati soprattutto i fondi d'investimento, anche in vista del risiko che - si suppone - verrà.
Grazie al suo aumento di capitale, il Monte dei Paschi di Siena ha potuto ripagare un'ampia fetta di Monti bond, Carige ha saldato i conti con il passato, la Banca popolare di Milano ha posto le basi per vedersi eliminati gli add-on e le altre popolari hanno messo fieno in cascina in vista degli esami della Banca centrale europea: chi risulterà carente di capitale potrà dire di aver intanto riempito i serbatoi, chi invece sarà oltre la linea di galleggiamento si ritroverà in casa risorse utili per la nuova fase di aggregazioni, di M&A, mergers and acquisitions, che tutti si attendono per i prossimi mesi.
Guai, però, a dare per scontato questo successo. Incassati i 10 miliardi di euro, le banche ora dovranno in qualche modo di meritarseli: dimostrando che gli obiettivi scritti nero su bianco sui piani industriali sono reali e non soltanto uno specchio per le allodole, e – più in generale – che si può tornare a una redditività stabile e sostenibile. Soltanto in questo modo potranno rispettare l'impegno preso con i risparmiatori ed evitare che i fondi, così come sono arrivati, se ne tornino a casa.